Dolci
Torte
TORTA ROVESCIATA ALLE MELE
domenica 28 giugno 2009
Ho sempre sentito parlare della torta rovesciata all’ananas e mai di quella alle mele, così... incuriosita, ho acquistato il libricino sfogliato velocemente all’edicola e, tornata a casa, ho provato subito la ricetta. Il mio risultato non è proprio identico all’immagine della foto proposta, anzi sembrano due torte diverse, ma per chi come me ama particolarmente le mele è una torta che merita attenzione.
Ingredienti per una teglia antiaderente da 26 cm:
- 280 gr. di farina “00”
- 100 gr. di zucchero di canna
- 50 gr. di zucchero bianco
- 3 uova intere
- 1/ 2 bicchiere di olio
- Un pizzico di sale
- Scorza grattugiata di un limone non trattato
- Metà succo del limone grattugiato
- 1 bustina di lievito per dolci
- 50 gr. di burro
- 3 mele (io ho usato le golden)
Accendere il forno e portarlo ad una temperatura di circa 150°. Mettere a sciogliere il burro nella teglia all’interno del forno ed aggiungere una modica quantità di zucchero di canna e cannella, immergere le fette di mela disposte a raggiera nel composto e fare caramellare in maniera uniforme per pochi minuti. Togliere dal forno e fare intiepidire.
Lavare e sbucciare le rimanenti mele, eliminare i torsoli e tagliare a spicchi non troppo sottili.
In una ciotola montare le uova intere agli zuccheri fino a farle diventare bianche e spumose, aggiungere a filo l’olio, unire il pizzico di sale, la scorza e il succo del limone, la farina e il lievito setacciati, in ultimo gli spicchi di mela.
A questo punto, prima di versare il composto nella teglia facendo attenzione a non spostare niente e a livellare per bene l’impasto, è possibile spolverizzare con altra cannella se piace questa spezia.
Cuocere in forno per circa mezz’ora nel forno già caldo a 170°. Per timore che potesse bruciacchiare sul fondo, ho messo la teglia al terzo ripiano del forno partendo dal basso, ma dal risultato credo che non sia necessario, perchè sono riuscita a staccarla dalla teglia molto facilmente e a rovesciarla altrettanto facilmente.
- 280 gr. di farina “00”
- 100 gr. di zucchero di canna
- 50 gr. di zucchero bianco
- 3 uova intere
- 1/ 2 bicchiere di olio
- Un pizzico di sale
- Scorza grattugiata di un limone non trattato
- Metà succo del limone grattugiato
- 1 bustina di lievito per dolci
- 50 gr. di burro
- 3 mele (io ho usato le golden)
Accendere il forno e portarlo ad una temperatura di circa 150°. Mettere a sciogliere il burro nella teglia all’interno del forno ed aggiungere una modica quantità di zucchero di canna e cannella, immergere le fette di mela disposte a raggiera nel composto e fare caramellare in maniera uniforme per pochi minuti. Togliere dal forno e fare intiepidire.
Lavare e sbucciare le rimanenti mele, eliminare i torsoli e tagliare a spicchi non troppo sottili.
In una ciotola montare le uova intere agli zuccheri fino a farle diventare bianche e spumose, aggiungere a filo l’olio, unire il pizzico di sale, la scorza e il succo del limone, la farina e il lievito setacciati, in ultimo gli spicchi di mela.
A questo punto, prima di versare il composto nella teglia facendo attenzione a non spostare niente e a livellare per bene l’impasto, è possibile spolverizzare con altra cannella se piace questa spezia.
Cuocere in forno per circa mezz’ora nel forno già caldo a 170°. Per timore che potesse bruciacchiare sul fondo, ho messo la teglia al terzo ripiano del forno partendo dal basso, ma dal risultato credo che non sia necessario, perchè sono riuscita a staccarla dalla teglia molto facilmente e a rovesciarla altrettanto facilmente.
UN ABBRACCIO!!!
Marmellate e conserve
-1 kg di albicocche, prive di nocciolo
- 500 gr. di zucchero
- succo di un limone
lavare bene le albicocche e tagliarle a pezzi, buccia compresa. Metterle all’interno di una pentola a doppio fondo. Ripeto quanto già detto, il doppio fondo è importante perché durante la cottura potrebbe esserci il rischio di eventuali bruciature dovute alla frutta che si attacca sul fondo della pentola! Inoltre è bene mescolare anche durante la cottura in particolare più frequentemente verso la parte finale della preparazione. Aggiungere lo zucchero e il succo del limone, mescolare il tutto e lasciare riposare almeno un’oretta.
Cuocere a fuoco moderato per circa un’ora e mezzo, o finchè non raggiunge la consistenza ottimale desiderata. Onestamente non controllo con precisione i tempi di cottura e, ultimamente, mi sono accorta che conviene regolarsi ad occhio, così sono riuscita ed evitare parecchie bruciature!!!!
Togliere dal fuoco e travasare subito la marmellata nei vasetti, chiudere e capovolgere. Personalmente li ho lasciati capovolti tutta la notte, ma è sufficiente anche un paio d’ore! Sicuramente esagero, ma fate attenzione che si formi il sottovuoto!
La marmellata è pronta! Scusate ...... la confettura è pronta!!!!! Un abbraccio
CONFETTURA DI ALBICOCCHE
domenica 21 giugno 2009
Ho sempre fatto colazione con marmellate o confetture ma non ho mai provato a farne una! Le adoro terribilmente e forse sono una di quelle poche cose alle quali non potrei mai rinunciare, anche se le fatte in casa sono completamente un’altra storia rispetto alle industriali. Comunque sono sempre stata attenta nello sceglierle, preferendo le biologiche.
Vi consiglio di provare perchè ne vale davvero la pena, non è poi così difficile , ed è così buono ed intenso, quasi zuccherino, il profumo che si diffonde durante la cottura............
-1 kg di albicocche, prive di nocciolo
- 500 gr. di zucchero
- succo di un limone
lavare bene le albicocche e tagliarle a pezzi, buccia compresa. Metterle all’interno di una pentola a doppio fondo. Ripeto quanto già detto, il doppio fondo è importante perché durante la cottura potrebbe esserci il rischio di eventuali bruciature dovute alla frutta che si attacca sul fondo della pentola! Inoltre è bene mescolare anche durante la cottura in particolare più frequentemente verso la parte finale della preparazione. Aggiungere lo zucchero e il succo del limone, mescolare il tutto e lasciare riposare almeno un’oretta.
Cuocere a fuoco moderato per circa un’ora e mezzo, o finchè non raggiunge la consistenza ottimale desiderata. Onestamente non controllo con precisione i tempi di cottura e, ultimamente, mi sono accorta che conviene regolarsi ad occhio, così sono riuscita ed evitare parecchie bruciature!!!!
Togliere dal fuoco e travasare subito la marmellata nei vasetti, chiudere e capovolgere. Personalmente li ho lasciati capovolti tutta la notte, ma è sufficiente anche un paio d’ore! Sicuramente esagero, ma fate attenzione che si formi il sottovuoto!
Con 1 kg di frutta vengono circa 2 vasetti da 330 gr. Potete farne di più rispettando sempre le proporzioni 1:2.
I vasetti e i coperchi li ho sterilizzati nel classico modo, ossia li ho lasciati bollire per qualche minuto in una pentola capiente per poi lasciarli asciugare per bene.
I vasetti e i coperchi li ho sterilizzati nel classico modo, ossia li ho lasciati bollire per qualche minuto in una pentola capiente per poi lasciarli asciugare per bene.
La marmellata è pronta! Scusate ...... la confettura è pronta!!!!! Un abbraccio
Crostate
Dolci
Dopo aver steso la frolla metterla all’interno di uno stampo da crostata precedentemente imburrata ed infarinata.
Tagliare a fette le albicocche.
Stendere la marmellata sulla base della crostata e sistemare sopra le fette di albicocche disponendole a raggiera.
Infornare a 160° per circa 30 minuti.
Che cosa ne pensate? Non so se la foto sia riuscita benissimo, ma è così arancione!!!! Uno dei miei colori preferiti
Ed ecco una fetta….. subito offerta alle mie due prime "lettori fissi" un abbraccio
CROSTATA DI ALBICOCCHE FRESCHE
sabato 20 giugno 2009
Pioggia, pioggia e ancora pioggia!!!.... le previsioni meteo non danno neanche la minima speranza per un miglioramento repentino! Pensare che durante l’intera settimana avevo pianificato tutto: sole, mare, spiaggia, abbronzatura……
Invece casa, casa e ancora casa!
Dovrò rimandare a sabato e domenica prossima!!!!!! Lo so che posso farcela perché basta non pensarci…… infondo devo solo sperare che passi in fretta un’altra settimana di duro lavoro…… no, proprio non ci riesco! O quasi….. visto le albicocche raccolte ieri dall’albero in giardino….. perché non preparare una crostata con la confettura di albicocche fatta in casa come consolazione? Pensato e subito fatta.
Invece casa, casa e ancora casa!
Dovrò rimandare a sabato e domenica prossima!!!!!! Lo so che posso farcela perché basta non pensarci…… infondo devo solo sperare che passi in fretta un’altra settimana di duro lavoro…… no, proprio non ci riesco! O quasi….. visto le albicocche raccolte ieri dall’albero in giardino….. perché non preparare una crostata con la confettura di albicocche fatta in casa come consolazione? Pensato e subito fatta.
Ingredienti per la preparazione della frolla:
- 300 gr. di farina “00”
- 100 gr. di zucchero semolato
- 70 gr. di burro
- 1 uovo intero
- 1/ 2 bustina di lievito per dolci vanigliato
- la scorza grattugiata di un limone non trattato
- un pizzico di sale
Ingredienti per la preparazione della confettura:
- 500 gr. di albicocche fresche
- 250 gr. di zucchero
- succo di mezzo limone (anche meno)
Per la confettura:
lavare bene le albicocche, togliere il nocciolo e tagliarle a pezzi, buccia compresa. Metterle all’interno di una pentola a doppio fondo. Il doppio fondo è importante perché durante la cottura potrebbe esserci il rischio di eventuali bruciature dovute alla frutta che si attacca sul fondo della pentola. Aggiungere lo zucchero e il succo del limone. Cuocere a fuoco moderato finchè non risulta essere abbastanza consistente. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare.
Per la base:
usando una spianatoia fare una fontana con la farina, dove si sarà aggiunta la mezza bustina di lievito, e sbriciolare con le dita il burro con lo zucchero amalgamandoli per bene
- 300 gr. di farina “00”
- 100 gr. di zucchero semolato
- 70 gr. di burro
- 1 uovo intero
- 1/ 2 bustina di lievito per dolci vanigliato
- la scorza grattugiata di un limone non trattato
- un pizzico di sale
Ingredienti per la preparazione della confettura:
- 500 gr. di albicocche fresche
- 250 gr. di zucchero
- succo di mezzo limone (anche meno)
Per la confettura:
lavare bene le albicocche, togliere il nocciolo e tagliarle a pezzi, buccia compresa. Metterle all’interno di una pentola a doppio fondo. Il doppio fondo è importante perché durante la cottura potrebbe esserci il rischio di eventuali bruciature dovute alla frutta che si attacca sul fondo della pentola. Aggiungere lo zucchero e il succo del limone. Cuocere a fuoco moderato finchè non risulta essere abbastanza consistente. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare.
Per la base:
usando una spianatoia fare una fontana con la farina, dove si sarà aggiunta la mezza bustina di lievito, e sbriciolare con le dita il burro con lo zucchero amalgamandoli per bene
aggiungere l’uovo e mescolare con l’aiuto di una forchetta, unire la scorza grattugiata del limone e il pizzico di sale
Lavorare per bene il tutto finchè l’impasto non risulterà ben liscio.
Lavorare per bene il tutto finchè l’impasto non risulterà ben liscio.
Far riposare la frolla per mezz’ora in frigo, oppure come ho fatto io stenderla subito con l’aiuto di un matterello su un foglio di carta forno, lasciando una piccola quantità da parte per la finitura.
Dopo aver steso la frolla metterla all’interno di uno stampo da crostata precedentemente imburrata ed infarinata.
Tagliare a fette le albicocche.
Stendere la marmellata sulla base della crostata e sistemare sopra le fette di albicocche disponendole a raggiera.
Infornare a 160° per circa 30 minuti.
Che cosa ne pensate? Non so se la foto sia riuscita benissimo, ma è così arancione!!!! Uno dei miei colori preferiti
Ed ecco una fetta….. subito offerta alle mie due prime "lettori fissi" un abbraccio
Dolci
Torte
DOLCE CUORE ALLE CILIEGIE
venerdì 19 giugno 2009
Si tratta di una ricetta semplicissima e soprattutto veloce da preparare, ideale per chi come me ha sempre poco tempo a disposizione!!! Ad essere onesta non appena ho visto le ciliegie non sono riuscita a resistere alla tentazione e le ho acquistate, tanto che alla fine a casa ho rischiato di mangiarle quasi tutte, si sa una ciliegia tira l’altra, ma poi ho giustamente pensato di lasciarne qualcuna per preparare questa buonissima torta a forma di cuore!
Trovo che in questo periodo le ciliegie siano ancora più dolci, croccanti e deliziose che mai rispetto a quelle di maggio e quindi come resistere!
Ingredienti per una teglia da circa 20 cm di diametro:
-200 gr. di farina “00”
-150 gr. di zucchero
-1 uovo intero
- 1 yogurt alla ciliegia
-3 cucchiai di olio
-un pizzico di sale
-circa 30 ciliegie
-scorza e succo di un limone non trattato
In un ciotola montare l’uovo intero con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Senza terminare di mescolare aggiungere lo yogurt, un pizzico di sale, la scorza grattugiata e il succo del limone, l’olio ed infine la farina e il lievito setacciati.
Unire le ciliegie snocciolate e tagliate a pezzettoni al composto e mescolare.
Versare il tutto nella teglia precedentemente imburrata ed infarinata.
Cuocete in forno preriscaldato a 160° per circa 30 minuti.
Fare attenzione alla temperatura del forno perchè potrebbe essere diversa da quella che ho indicato io, infatti a seconda del tipo di forno che si ha potrebbe variare. Per non sbagliare basta fare la prova stecchino , oppure è sufficiente accorgersi del colore brunito .
La ciliegia risulta essere non solo un frutto versatile, utilizzabile in diversi modi in cucina per la preparazione di dolci, crostate, succhi, marmellate e non solo, ma anche un frutto con proprietà importanti, quali diuretiche, antiuriche, astringenti ed antigottose. Quindi perché buttare via i peduncoli dopo aver usato la polpa per la realizzazione del dolce cuore?
Con i peduncoli è possibile preparare un ottimo decotto:
-una manciata di peduncoli per litro d’acqua.
Far bollire per circa 10 minuti.
Trovo che in questo periodo le ciliegie siano ancora più dolci, croccanti e deliziose che mai rispetto a quelle di maggio e quindi come resistere!
Ingredienti per una teglia da circa 20 cm di diametro:
-200 gr. di farina “00”
-150 gr. di zucchero
-1 uovo intero
- 1 yogurt alla ciliegia
-3 cucchiai di olio
-un pizzico di sale
-circa 30 ciliegie
-scorza e succo di un limone non trattato
In un ciotola montare l’uovo intero con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Senza terminare di mescolare aggiungere lo yogurt, un pizzico di sale, la scorza grattugiata e il succo del limone, l’olio ed infine la farina e il lievito setacciati.
Unire le ciliegie snocciolate e tagliate a pezzettoni al composto e mescolare.
Versare il tutto nella teglia precedentemente imburrata ed infarinata.
Cuocete in forno preriscaldato a 160° per circa 30 minuti.
Fare attenzione alla temperatura del forno perchè potrebbe essere diversa da quella che ho indicato io, infatti a seconda del tipo di forno che si ha potrebbe variare. Per non sbagliare basta fare la prova stecchino , oppure è sufficiente accorgersi del colore brunito .
La ciliegia risulta essere non solo un frutto versatile, utilizzabile in diversi modi in cucina per la preparazione di dolci, crostate, succhi, marmellate e non solo, ma anche un frutto con proprietà importanti, quali diuretiche, antiuriche, astringenti ed antigottose. Quindi perché buttare via i peduncoli dopo aver usato la polpa per la realizzazione del dolce cuore?
Con i peduncoli è possibile preparare un ottimo decotto:
-una manciata di peduncoli per litro d’acqua.
Far bollire per circa 10 minuti.
Pane e pizze
EVVIVA LA PIZZA MARGHERITA
lunedì 15 giugno 2009
La domenica in casa mia è sempre stata la giornata dedicata alla pizza. Ho dei ricordi bellissimi di quando mia nonna la preparava, anche se in modo un po’ diverso dalla ricetta della vera pizza margherita. Ricordo che nell’impasto aggiungeva il latte e talvolta anche un uovo, ammetto che quest’ultimo ingrediente me l’ero completamente dimenticato, ma ci credo avendomelo raccontato mia madre che l’ha imparata proprio da lei. Era molto più simile ad una focaccia, alta anche alcuni cm, ma così buona che non ne avanzava mai, e preparava anche la versione bianca con le olive sopra.
La pizza preparata da mia madre è completamente diversa, da precisare non inizialmente perché veniva anche a lei piuttosto alta, ma col tempo è diventata più simile all’originale margherita, tranne per la cottura fatta col forno tradizionale e non a legna e per l’assenza del latte e dell’uovo.
Sono matta per la sua pizza tanto che quelle vendute nelle pizzerie non sono mai riuscite a piacermi un granché e raramente le ho mangiate, giusto in quei casi di uscita tra amici o colleghi di lavoro!.....la sua è un’altra storia……
Ho voluto anch’io imparare a prepararla come per una sorta di tradizione che si tramanda da generazione in generazione. Devo ammetterlo, la pizza, è una delle mie più grandi soddisfazioni ed è così indescrivibile il profumo che si diffonde in quasi tutta casa, che spesso resta fino a sera.
Per quanto riguarda la storia si narra che nell’estate del 1889 re Umberto I e la regina Margherita trascorsero le vacanze a Napoli, più precisamente nella reggia di Capodimonte, come voleva una certa regola della monarchia, per fare atto di presenza nell'antico regno delle due Sicilie.
Avendone sentito spesso parlare da qualche scrittore o artista ammesso a corte e, non avendola mai assaggiata prima, la regina si incuriosì molto, ma non potendosi recare in pizzeria, venne chiamato a palazzo il più rinomato pizzaiuolo del tempo, Raffaele Esposito, titolare della celebre pizzeria Pietro il Pizzaiuolo, che si trovava alla salita Sant'Anna, a pochi passi da via Chiaia.
Don Raffaele utilizzando i forni delle cucine reali, ed assistito dalla moglie donna Rosa, riuscì a servire tre tipi diversi di pizze: una con una specie di strutto chiamato sugna, formaggio e basilico; una con aglio, olio e pomodoro; l’ultima con mozzarella, pomodoro e basilico. Fu proprio quest’ultima ad entusiasmare la regina Margherita.
Don Raffaele, con sottile opportunismo, colse al volo l'occasione e chiamò questa pizza alla Margherita. Il giorno dopo la mise in lista al suo locale riuscendo in tal modo ad ottenere un gran numero di richieste, così tante da far diffondere la pizza alla Margherita ovunque arrivando ai giorni nostri immutata nei suoi ingredienti e nella sua bontà.
Le dosi indicate sono sufficienti per quattro/cinque teglie:
-1 kg di farina 00 circa
-2 tazze di acqua tiepida
-1 cubetto di lievito da 25 gr
-Olio extra vergine d’oliva (la quantità precisa non saprei dirla, spero si possa capire dalla foto)
-Sale (anche in questo caso i grammi precisi non saprei indicarli, di solito mi regolo ad occhio, non meno di un pugnetto)
-Pomodoro a pezzetti
-Mozzarella di bufala (trovandola troppo forte a me piace usare il fior di latte)
-Origano
Far sciogliere il cubetto di lievito sbriciolato con dell’acqua tiepida in una tazza insieme ad un pugnetto di zucchero.
Usando una spianatoia fare una fontana con la farina e, una piccola “piccola casetta per il sale”, questo modo di dire l’ho sentito da Anna Moroni anni fa alla prova del cuoco, mettendoci appunto il sale.
Aggiungere al centro l’olio e le due tazze di acqua tiepida, compresa quella nella quale si è sciolto il lievito, impastando il tutto.
Dopo aver impastato per bene facendo incorporare l’aria e praticando un’incisione a croce, mettere il panetto a lievitare in un posto caldo e privo di correnti d’aria (io chiudo tutte le finestre).
Dopo circa due ore, d’estate anche meno, o comunque quando è raddoppiato il volume, dividere il panetto a seconda della grandezza della teglia da usare, stendere l’impasto usando il matterello e metterlo nella teglia oliata.
Cospargere così la pizza con il pomodoro unito a un po’ di sale, la mozzarella e tanto origano. Se si vuole una pizza un pò più alta e morbida, prima di aggiungere la mozzarella si può far lievitare un'altra mezz'ora in un posto caldo.
Cuocere in forno a temperatura già raggiunta d 220° per 15 minuti.
Buona pizza a tutti……
La pizza preparata da mia madre è completamente diversa, da precisare non inizialmente perché veniva anche a lei piuttosto alta, ma col tempo è diventata più simile all’originale margherita, tranne per la cottura fatta col forno tradizionale e non a legna e per l’assenza del latte e dell’uovo.
Sono matta per la sua pizza tanto che quelle vendute nelle pizzerie non sono mai riuscite a piacermi un granché e raramente le ho mangiate, giusto in quei casi di uscita tra amici o colleghi di lavoro!.....la sua è un’altra storia……
Ho voluto anch’io imparare a prepararla come per una sorta di tradizione che si tramanda da generazione in generazione. Devo ammetterlo, la pizza, è una delle mie più grandi soddisfazioni ed è così indescrivibile il profumo che si diffonde in quasi tutta casa, che spesso resta fino a sera.
Per quanto riguarda la storia si narra che nell’estate del 1889 re Umberto I e la regina Margherita trascorsero le vacanze a Napoli, più precisamente nella reggia di Capodimonte, come voleva una certa regola della monarchia, per fare atto di presenza nell'antico regno delle due Sicilie.
Avendone sentito spesso parlare da qualche scrittore o artista ammesso a corte e, non avendola mai assaggiata prima, la regina si incuriosì molto, ma non potendosi recare in pizzeria, venne chiamato a palazzo il più rinomato pizzaiuolo del tempo, Raffaele Esposito, titolare della celebre pizzeria Pietro il Pizzaiuolo, che si trovava alla salita Sant'Anna, a pochi passi da via Chiaia.
Don Raffaele utilizzando i forni delle cucine reali, ed assistito dalla moglie donna Rosa, riuscì a servire tre tipi diversi di pizze: una con una specie di strutto chiamato sugna, formaggio e basilico; una con aglio, olio e pomodoro; l’ultima con mozzarella, pomodoro e basilico. Fu proprio quest’ultima ad entusiasmare la regina Margherita.
Don Raffaele, con sottile opportunismo, colse al volo l'occasione e chiamò questa pizza alla Margherita. Il giorno dopo la mise in lista al suo locale riuscendo in tal modo ad ottenere un gran numero di richieste, così tante da far diffondere la pizza alla Margherita ovunque arrivando ai giorni nostri immutata nei suoi ingredienti e nella sua bontà.
Le dosi indicate sono sufficienti per quattro/cinque teglie:
-1 kg di farina 00 circa
-2 tazze di acqua tiepida
-1 cubetto di lievito da 25 gr
-Olio extra vergine d’oliva (la quantità precisa non saprei dirla, spero si possa capire dalla foto)
-Sale (anche in questo caso i grammi precisi non saprei indicarli, di solito mi regolo ad occhio, non meno di un pugnetto)
-Pomodoro a pezzetti
-Mozzarella di bufala (trovandola troppo forte a me piace usare il fior di latte)
-Origano
Far sciogliere il cubetto di lievito sbriciolato con dell’acqua tiepida in una tazza insieme ad un pugnetto di zucchero.
Usando una spianatoia fare una fontana con la farina e, una piccola “piccola casetta per il sale”, questo modo di dire l’ho sentito da Anna Moroni anni fa alla prova del cuoco, mettendoci appunto il sale.
Aggiungere al centro l’olio e le due tazze di acqua tiepida, compresa quella nella quale si è sciolto il lievito, impastando il tutto.
Dopo aver impastato per bene facendo incorporare l’aria e praticando un’incisione a croce, mettere il panetto a lievitare in un posto caldo e privo di correnti d’aria (io chiudo tutte le finestre).
Dopo circa due ore, d’estate anche meno, o comunque quando è raddoppiato il volume, dividere il panetto a seconda della grandezza della teglia da usare, stendere l’impasto usando il matterello e metterlo nella teglia oliata.
Cospargere così la pizza con il pomodoro unito a un po’ di sale, la mozzarella e tanto origano. Se si vuole una pizza un pò più alta e morbida, prima di aggiungere la mozzarella si può far lievitare un'altra mezz'ora in un posto caldo.
Cuocere in forno a temperatura già raggiunta d 220° per 15 minuti.
Buona pizza a tutti……
Un pò di me
Un pò di me
domenica 14 giugno 2009
Non so come iniziare questa avventura!!! ... il fatto è che lo volevo semplicemente, tra tanti dubbi e perplessità…di certo è per avere un po’ più di tempo da dedicare a me stessa!!! Lo so … questo non è un bel modo per partire… Allora inizio scrivendo che la mia più grande passione è la maglia. Voglio dire tutto , ma proprio tutto, quello che riguarda il mondo della maglieria! Dai gomitoli alle matasse, dai cotoni alle lane, dai ferri alla macchina da maglieria, per non parlare delle cartelle colori…..tutte quelle gradazioni di colore!!!... mi fermerei a guardarle per ore, per poi cadere nell’indecisione più totale su quale colore scegliere. Sono ormai un decina di anni che le confeziono ed ogni volta metto la stessa attenzione, proprio come se fosse la prima. L’idea di avere uno spazio tutto mio è nata da poco. Riassumo dicendo che verso la fine di dicembre, di preciso il 24 dicembre, mia madre si era rotta il polso cadendo da uno scalino (17 cm!!!...quando la sfortuna ci si mette è tremenda…).Potete ben capire la sua disperazione, come avrebbe fatto a preparare il pranzo di Natale? Chi secondo voi l’avrebbe sostituita in cucina? Chi avrebbe assicurato il pranzo di Natale a tutta la famiglia, cani e gatti compresi? Io…..io???...Panico… ma io a mala pena ero sempre stata in grado di preparare un piatto di pasta col sugo al pomodoro!.... e così …. non potevo credere ai miei occhi !!! io in cucina tra i fornelli (è vero…è vero…chi mi diceva cosa e come fare era mia madre, ma ero io a preparare). Ero stata soddisfatta di me stessa, per esserci riuscita e per aver aiutato mia madre, ma vedere come agli altri era piaciuto tutto! Giorni dopo volevo preparare una torta all’arancio, ma non avendo mai fatto un dolce in vita mia, e non avendo nemmeno una ricetta del genere scritta in casa (mia madre non è una gran cuoca), provai a consultare internet, forse lì mi ero detta troverò sicuramente qualcosa….qualcosa?!!!....un mondo nuovo, non avrei mai creduto possibile così tante ricette! In questo modo ho scoperto anche tanti blog di cucina….ma adesso solo alcuni visito regolarmente. Devo aggiungere con non poca difficoltà, perché dove abito io non arriva adsl o umts , ma non mi arrendo e mi collego ugualmente con la speranza che un giorno o l’altro….chissà…In questo modo ho iniziato ad apprezzare la cucina e, perchè no, ad avere l'idea di un blog tutto mio! Spero di non aver già annoiato abbastanza! Mi piacciono i libri di ogni genere (ho letto ormai tutti quelli scritti da Charles Dickens, il mio preferito), la corsa (per fortuna mi aiuta a mantenermi in linea, con tutti i dolci che ho iniziato a preparare e a mangiare!!!), i gatti (ne ho due Merlino e Mascherina)e i cani (un’intera famiglia…questo magari lo spiegherò meglio un’altra volta )…. La musica, la vita all’aria aperta, l’arte… adesso non so più cos’altro dire se non ….. alla prossima!
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